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Il Congresso Cubano

22/04/2021 18:29

Leonardo Caponi

Politica internazionale,

Il Congresso Cubano

Con l'elezione di Miguel Diaz Canel a Primo Segretario generale (elezione non diretta, ma da parte del nuovo Comitato Centrale) si sono conclusi i lavori del

   Con l'elezione di Miguel Diaz Canel a Primo Segretario generale (elezione non diretta, ma da parte del nuovo Comitato Centrale) si sono conclusi i lavori dell'8° Congresso del Partito Comunista Cubano. I comunisti cubani hanno voluto tenere un Congresso di rinnovamento nella continuità. Rinnovamento dei quadri dirigenti del Pcc (a cominciare dalla annunciata uscita di scena di Raul), ma continuità degli indirizzi precedenti del partito e del governo. L'età media dei componenti della Segreteria è scesa in maniera significativa a 61 anni. Anche altri due grandi vecchi, Ramiro Valdez e Machado Ventura (che fino ad oggi deteneva il controllo dell'apparato del partito) non fanno più parte dell'organismo che comprende il 40% di donne, 4 su 10. La pubblicistica cubana è volta a rassicurare i comunisti e il popolo che i "nuovi" sono assolutamente affidabili e valgono, in prospettiva, come i vecchi, per fugare i timori di un abbandono dei principi del Socialismo. Sul piano, decisivo, degli indirizzi economici è confermata la linea delle riforme avviata da Raul. Nella risoluzione finale, approvata dai delegati, si fa esplicito riferimento alla esigenza di una lotta contro le resistenze alla nuova prospettiva, resistenze riconducibili, a mio giudizio, non solo e non tanto all'apparato ma a quella parte della popolazione che si è adagiata sull'assistenza pubblica e sullo scambio poco salario, poco lavoro. La politica di Raul, che si vuole oggi implementare, era imperniata sull'obiettivo di conferire un nuovo dinamismo all'economia cubana (non perché il Socialismo non funziona, ma perché strangolata da 60 anni di blocco Usa) attraverso lo sviluppo di piccole imprese e iniziative private sotto controllo della programmazione economica statale e fermo restando che il governo detiene le grandi imprese dei settori strategici dell'economia. Un modello Vietnam se si può fare una semplificazione, che ha garantito al Paese asiatico altissimi indici di sviluppo. La differenza col Vietnam è che Cuba è stretta da sempre dal criminale blocco americano, un vero e proprio genocidio al quale l'Europa assiste passivamente e che (nonostante l'Avana abbia fatto di tutto per richiamare gli investimenti stranieri (dalla zona di libero scambio di Muriel, alla legge innovativa e garantista sull'accesso dei capitali esteri) gli impedisce di arrivare, privando Cuba dell'aria per respirare. Nonostante questo il Paese presenta, a 60 anni dalla Rivoluzione, uno straordinario bilancio di conquiste sociali, civili, economiche, culturali che nessun Paese del Terzo Mondo, ma anche molti del Primo, possono nemmeno pensare di avvicinare. Cuba, per la pandemia, ha avuto 300 morti su una popolazione di 11 milioni di abitanti e si permette il lusso di mettere a punto (alcuni sono in rampa di lancio) quattro vaccini (con una copertura sperimentata del primo del 96%) e una cura per il Covid che saranno gratuitamente dati a chi li vorrà, a cominciare dai Paesi dell'America Latina. Alcuni giornali italiani, con in prima fila quel foglio anticomunista del Manifesto, hanno scritto che il Congresso è stato fatto per “resistere”. Ora, a parte il fatto che Cuba sono sessantanni che resiste e nel resistere ancora non c’è niente di male, mi pare che si tratti, al contrario, di un rilancio. In questo ultimo anno e mezzo, nonostante il Covid, sul piano economico l’isola sta affrontando una nuova sfida con riforme come l’abbattimento della doppia valuta e l’aumento (ancora insufficiente) dei salari. La pandemia e lo strozzinaggio Usa hanno indotto una situazione di crisi con lunghe file ai mercati e la penuria anche di generi di prima necessità. Ma non c’è da dubitare che, anche stavolta, lo stoicismo del popolo cubano e la loro sete di indipendenza, saprà avere la meglio. Piuttosto il problema è nostro che, piuttosto che stare a vedere Cuba che fa, dovremmo aiutarla a fare quel che fa.

 

 

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