Oggi in tutta Italia si celebra una ricorrenza importante: il 76° anniversario della Liberazione dal regime fascista e dalle truppe naziste. Una Festa di Pace, di Libertà e di Diritti.
Celebrare il 25 aprile è soprattutto un dovere morale e civile, così come è un dovere mantenere vivi i valori della Resistenza: valori incarnati da moltissimi uomini e donne con storie e provenienze ideologiche diverse. Uniti nella lotta partigiana, animati da ideali di libertà, unità ed eguaglianza, ideali oppressi e infangati dalla dittatura fascista. La Resistenza è anche quella del popolo, quella operaia e le azioni di tutti coloro che decisero di non schierarsi con il fascismo e di non ricorrere all’uso delle armi.
Celebrare il 25 aprile è riaffermare ogni giorno i valori della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza: una festa di tutti gli italiani che si riconoscono nella nostra carta costituzionale e nell’antifascismo. La Resistenza e i valori da questa scaturiti, costituiscono un nostro patrimonio comune di libertà, solidarietà, uguaglianza e pari dignità sociale. Un patrimonio non definitivamente acquisito ma che va tenuto vivo e alimentato ogni giorno.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un tentativo di svuotare questa Festa del suo vero significato, frutto di un dilagante revisionismo storico. Un tentativo di inquadrare il 25 aprile come un momento di ricordo collettivo dove poter celebrare tutti i caduti, a prescindere dalla parte in cui si schierarono. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella qualche anno fa utilizzò queste parole: “Pietà e rispetto per i tutti i caduti ma senza equiparare i due campi, da una parte chi combatteva per la libertà, dall'altra per la sopraffazione”.
“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare” ripeteva Piero Calamandrei, proprio quella libertà a noi affidata dalla Resistenza, verso la quale abbiamo un obbligo morale, di scolpirla nella nostra memoria e renderla viva per noi e per le future generazioni.
Buon 25 Aprile a tutte e a tutti.