L'ultima intervista di Letta al Corriere della Sera è ripugnante. Batte la destra a...destra. Leggetela. Che vi sareste aspettati che dicesse il segretario del sedicente più grande partito della sinistra in un momento come questo? Che chiedesse una svolta di sinistra nella politica del governo (proroga del blocco dei licenziamenti, controllo e salute sui luoghi di lavoro, PNRR per grandi piani pubblici di sviluppo, politiche per il lavoro e contro la precarizzazione, riforma fiscale per diminuire le tasse a chi le paga, cioè i lavoratori dipendenti e via su questa lunghezza d'onda. Manco per niente. Il governo è nostro e guai a chi ce lo tocca, dice Letta; è la destra che ci sta stretta (al governo). Una gara a chi è più liberale e il Pd la vuole vincere. Ma dove il segretario raggiunge l'apoteosi di questo modo di pensare è la politica internazionale. Perchè, secondo lui, il centro destra non è sufficientemente filoamericano ed euroatlantista e non sostiene come dovrebbe le nuove mire imperialiste Usa e la guerra fredda che hanno lanciato contro la Cina e la Russia. Il Pd vuole essere l'architrave di questa nuova politica guerrafondaia e di dominio sui popoli. Ho pensato a questo assioma. L'Italia non rinasce se non nasce una nuova sinistra; una nuova sinistra non rinasce se non scompare il Pd.