Quello del progetto della Nuova Monteluce è un epilogo prevedibile e un disastro annunciato. Come si poteva non capire che, per sostenere un progetto di quelle dimensioni, ci sarebbero voluti indici di sviluppo del nostro Paese e della nostra Regione, di gran lunga superiori a quelli che erano prevedibili e che furono ulteriormente abbassati dalla crisi del 2008? Come si poteva pensare che funzionasse il progetto di un nuovo polo di sviluppo residenziale e commerciale in una città alla quale il cemento cola dalle orecchie e che di quei poli è ricchissima, addirittura soffocata? Ma io penso che la riflessione debba ancora allargare il suo spettro. Menteluce segna, a mio giudizio, il fallimento e, spero, la fine di un modo di intendere lo sviluppo della nostra città. a cemento e nuove costruzioni, che ha avuto un ruolo importante, a partire dagli anni '70 per tutto un periodo storico, ma che da tempo ormai avrebbe dovuto essere abbandonato o almeno radicalmente corretto nel senso di intervenire sul recupero dell'usato e il riambientamento edilizio. C'è da fare una riflessione su quella cultura che pensa di promuovere lo sviluppo attraverso la dismissione del pubblico a vantaggio della finanza speculativa. Tra Regione, Università, Comune, hanno messo sul tavolo di questa sciagurata operazione un valore patrimoniale di 44 milioni. Adesso è praticamente azzerato. Bel risultato!
Il problema, adesso, è che fare. Confesso di non conoscere bene le costruzioni societarie e finanziarie del Fondo immobiliare che è stato fatto; dovrei vederlo e studiarlo. Un rischio, tuttavia, mi sento già di paventarlo: ed è quello che la nuova società specializzata che raccatterà i titoli inevasi, la Polios se non sbaglio o qualcosa del genere, lo farà chiedendo di allargare la base speculativa del progetto per trarne una redditività maggiorata in funzione del rischio che corre. Cioè più cemento e più cemento a fini speculativi riducendo gli immobili destinati a edilizia convenzionata e servizi sociali e civili, a vantaggio di quelli a prezzo libero. Se così fosse, sarebbe un disastro nel disastro per Perugia. Io credo che si dovrebbe tornare all'antico. La Regione e le istituzioni pubbliche si riprendono le quote, anche se non valgono più niente e, mantenendo in questo modo la proprietà immobiliare, affidano alle imprese di costruzione che vantano crediti la ultimazione o l'esecuzione dei lavori, nell'ambito di un progetto rivisto e ridimensionato, interamente fatto per abitazioni sociali, con annesso un parco verde pubblico per i bambini e gli anziani del centro di Perugia e per chi ci vorrà andare. Monteluce è un bel posto, a poventa e col sole tutto il giorno. Un tempo, col sole e l'aria asciutta ci curavano la tbc. Si è ribellato, perchè non merita di essere ingessato tra le lastre del travertino e i muri di calcestruzzzo