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“CHE POSSIAMO FARE PER L'AFGHANISTAN ?"

09/09/2021 12:13

Leonardo Caponi

Politica internazionale,

“CHE POSSIAMO FARE PER L'AFGHANISTAN ?"

Che possiamo fare per l'Afghanistan? L'interrogativo retorico e inutile continua a circolare sui media, per fortuna, mi pare, snobbato da buona parte....

Che possiamo fare per l'Afghanistan? L'interrogativo retorico e inutile continua a circolare sui media, per fortuna, mi pare, snobbato da buona parte dell'opinione pubblica. Che potremmo fare dall'esterno per l'Afghanistan di più di quello che non abbiamo saputo o voluto fare in venti anni di occupazione militare e di dominio politico? Reintervenire subito? Pazzesco. Continuare in una politica di ingerenza fondata sull'aiutare, di volta in volta, quella fazione islamica contro l'altra in una strategia che si è sempre rivelata fallimentare? Io penso che la cosa migliore che possa fare l'Italia sia quella di lasciare l'Afghanistan a se stesso, rispettare la sua sovranità nel quadro, naturalmente, di una nuova politica generale di pace e amicizia nei confronti dell'intero mondo arabo e musulmano, come vorrebbe Papa Francesco. L'immagine propalata dai nostri media di un Paese che, abbandonato dagli occidentali, sarebbe o starebbe precipitando nel terrore, è falsa. Serve solo all'occidente, per lavare la colpa storica e l'errore di essere, a suo tempo, intervenuti. E mi pare incredibile che anche forze della "sinistra" italiana abbocchino all'amo di questa rappresentazione, arrivando a dire, come ha fatto la docile Leu, che l'intervento era sbagliato, ma adesso gli occidentali dovevano restare. A fare che?! Mi pare che la transizione si stia svolgendo in maniera anche insospettabilmente poco cruenta, a riprova del fatto che i talebani godono di un consenso di massa o diffuso nel loro Paese. E che, forse, il governo di quel Ghani scappato con l'aereo pieno di soldi, era meno delinquente di quello attuale? I ribelli del Panhsir, giudicati con lo stesso metro di giudizio "occidentale", sono meno delinquenti e pericolosi dei talebani? Persino nel campo del rispetto, fondamentale, dell'emancipazione femminile e in quello della povertà del Paese, il nuovo regime non segnerà un sostanziale peggioramento rispetto a quello precedente che, con la nostra protezione, aveva letteralmente spolpato il Paese. La verità vera è che quell'interrogativo, che possiamo fare per l'Afghanistan, nasconde non la genuina preoccupazione per le sue sorti, ma l'intento di impedire l'allargamento dell'influenza cinese e russa. Basta con la guerra fredda. Proviamo a cambiare punto di vista; invece della politica imperialista occidentale, quella della pace e della distensione internazionale; anche l'Afghanistan e il suo futuro appariranno in una luce diversa.

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