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CARA CGIL, NON SONO D’ ACCORDO

17/11/2021 20:50

Leonardo Caponi

Economia,

CARA CGIL, NON SONO D’ ACCORDO

Cara CGIL, non sono d’accordo e credo che sia sbagliata, nel metodo e nel merito, la linea della trattativa col governo sulle pensioni e altre questioni...

Cara CGIL, non sono d’accordo e credo che sia sbagliata, nel metodo e nel merito, la linea della trattativa col governo sulle pensioni e altre questioni sociali e del lavoro. Penso che accontentarsi di qualche briciola oggi, ammesso che sia tale, rimandando ad una mega trattativa sullo scibile sindacale, indefinita e lontana nei tempi, tradisca le attese dell'Italia che soffre e di vasti settori operai e popolari che fanno i conti con una ripresa che premia i mercati e le imprese ma che, per loro, non è tale. Ci vuol poco a capire che questa linea, per il carico di frustrazione e senso di abbandono con il quale sarà vissuta dalle base sociale, aggiungerà nuova crisi di credibilità della CGIL e dei sindacati e, sul piano politico, contribuirà grandemente a preparare la vittoria del centro destra alle prossime elezioni politiche e, più ancora, ad elevare il tasso di astensionismo elettorale. Le indicazioni alle "mobilitazioni" e la smozzicata minaccia di uno sciopero generale (alla quale era impossibile credere) naufraga oggi in un accordo col quale il sindacato porta a casa soltanto la promessa del governo ad aprire "tavoli di trattativa" su un complesso di materie così vasto (dalle pensioni, al mercato del lavoro e altre "riforme") che finirà per annacquarsi nel nulla. Si può, realisticamente, credere che questo governo, senza la forza d'urto di una grande lotta sociale con obiettivi precisi e determinati, che rompa le compatibilità della "concertazione", accetterà di tornare indietro sulla Fornero e aumentare la spesa pensionistica (la cui diminuzione è uno dei perni del modello economico che viene riproposto) o di combattere la precarietà, o porsi l'obiettivo di aumentare i posti di lavoro, dal momento che lui stesso e l'Europa dal quale dipende, subordinano, ideologicamente e fattualmente, queste misure all'aumento del profitto d'impresa?! Chi vede questo film illude sé stesso (se è in buona fede) e la gente che lo dovrebbe seguire. Dall'inizio della pandemia il governo, da Conte a Draghi, ha dato alle imprese e alle borse montagne di danaro tra investimenti diretti, incentivi, sussidi, ristori, rinvio di tasse, assistenza ai grandi e grandissimi affari, senza contare l'evasione e l'elusione fiscale. Una ricerca dice centosettanta miliardi. Adesso, col PNRR, ne darà ancora di più. Ai lavoratori ha dato un blocco (che non ha funzionato per altro) dei licenziamenti e ripristinato, con correttivi da ridere, una infame legge sulle pensioni. Il Paese o, almeno, il Paese al quale ci rivolgiamo avverte questa radicale ingiustizia. Però è annichilito, ridotto al silenzio, ammutolito, frustrato e confuso da quelli che dovrebbero difenderlo. Bisogna trovare e provare altre strade.

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