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QUEL POMERIGGIO AL CONSIGLIO DEI MINISTRI...

07/12/2021 14:21

Leonardo Caponi

Politica,

QUEL POMERIGGIO AL CONSIGLIO DEI MINISTRI...

Nostra ricostruzione sulle drammatiche(?) ore nelle quali si discuteva di manovra e contributo di solidarietà....

Nostra ricostruzione sulle drammatiche(?) ore nelle quali si discuteva di manovra e contributo di solidarietà.

 

Subito dopo la riunione della Cabina di regia, dove tutta la maggioranza all'unanimità aveva confermato la manovra tanto nell'impianto generale che nei contenuti specifici, il Pd, all'improvviso, si è sentito scoperto a sinistra. Probabilmente qualche mugugno alla base(?) e, soprattutto, una telefonata del capodelegazione dei ministri Pd o dello stesso Letta a Landini nella quale il Segretario della CGIL gli diceva pressappoco così: "Se il governo non ci da qualcosa, il sindacato non riuscirà a contenere la spinta allo sciopero generale". In un'atmosfera che diventava febbrile, mezzora prima della riunione del Consiglio di Ministri, quelli del Pd chiedevano e ottenevano un incontro col Capo del governo al quale si rivolgevano così:" Presidente, devi darci qualcosa di sinistra se no noi andiamo in gravissima difficoltà e perdiamo il controllo della situazione". Draghi, aduso ai Consigli di amministrazione con conflitti a sangue delle grandi banche, non perdeva la testa e, forse su suggerimento dello stesso Pd, tirava fuori dal cappello il coniglio della proposta dell'ultimo minuto: l'imposizione, naturalmente solo per un anno (guai a pensare di prorogarlo!) di un contributo di solidarietà sui redditi sopra i 70mila euro (netti o lordi, questo è il dilemma). Pochi minuti dopo, alla riunione del CdM, di fronte alla nuova proposta Draghi, Lega, Forza Italia e centristi (con qualche simpatia da parte del M5S) insorgevano tacciando gli alleati di inaffidabilità e di avere fatto una richiesta (il contributo) fuori dagli accordi raggiunti e della quale non si era mai discusso da nessuna parte. Di fronte al muro, fondato per come erano andate le cose, della destra, Draghi sospendeva la riunione per trovare un'altra mediazione, mentre il Pd, in nome della responsabilità nazionale e di fronte a una possibile (sic!) caduta del governo, ripiegava su più miti consigli. Fu così che il contributo conteso ripiegò in una molto, ma molto più modesta somma di 300 milioni di euro per combattere l'aumento delle tariffe. Chi li paga? L'hanno messi a debito (tanto uno più uno meno è uguale) cioè li hanno messi a carico di quelli stessi (contabili nelle dita di una mano) che ne beneficeranno. Dalle 16 alle 18, in due ore, si concludeva così una delle vicende più pericolose della storia di questo governo e quindi della Repubblica. Poi tutti a casa felici e contenti: la destra perché aveva respinto l'assalto alla ricchezza dei ricchi, il centro sinistra perché aveva dimostrato di esistere, di essere di sinistra e di fare bene a stare al governo per impedire che la destra prenda troppo potere.

(Copyright riservato Nuova Umbria giornale on line)

 

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