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ANCORA SULLA MANOVRA

28/12/2021 13:29

Redazione

Economia,

ANCORA SULLA MANOVRA

La Camera dei Deputati si appresta a varare, senza discussione in mezza giornata, una manovra economica che rischia di passare alla storia,

La Camera dei Deputati si appresta a varare, senza discussione in mezza giornata, una manovra economica che rischia di passare alla storia, per dirla con Misiani, come la più espansiva e "sociale" degli ultimi tempi. La battaglia mediatica, anche perché senza avversari, ha prevalso, anche se le cose non stanno, a mio giudizio, affatto così. La manovra è ritagliata sui redditi da 35 mila a 75 mila euro, quelli che chiamano i ceti medi, e mentre mantiene le super ricchezze, prevede qualche miseria di elargizione per evitare qualche situazione (adesso la dico così) di assalto ai forni. Aumenterà forse i consumi di "lusso", ma non quelli di massa e popolari che sarebbero necessari per sostenere la ripresa equilibrata e potente dell'economia. E' talmente espansiva e sociale che ne cancella uno, pur nella sua modestia, degli elementi simbolo, quota 100 e restaura, in tutto i per tutto, la legge Fornero. Come possano i sindacati credere che il governo voglia sul serio condurre una trattativa sulle pensioni, mi rimane un mistero. Una revisione del regime pensionistico, a favore dei lavoratori, presuppone, come elemento ineludibile, l'aumento della spesa. Se il governo pone come condizione la stabilizzazione o la riduzione di essa, vuol solo fare il gioco delle tre carte (come fa con ogni cosa), prendendo in giro i suoi interlocutori. Le riduzioni dell'Irpef premiano le fasce di reddito alto e svantaggiano quelle inferiori. E poi, la riduzione dell'imposizione diretta, che è compensata con l'aumento di quella indiretta, colpisce il lavoro dipendente e a reddito fisso, il quale, bisogna sempre ricordarlo, è quello che contribuisce per i due terzi all'introito fiscale dello Stato. Come dire che i dipendenti, al momento della denuncia dei redditi, si ripagano da loro stessi le fatue agevolazioni di cui usufruiscono oggi. I soldi stanziati per fronteggiare (non so in che modo lo faranno) l'aumento delle tariffe si rivelano del tutto insufficienti. Io credo che Misiani e la maggioranza di governo, non sa nemmeno che cosa sia la socialità, perché una manovra sociale (pur in un'ottica gradualistica di riformismo moderato) ben altre misure avrebbe dovuto prevedere a vantaggio delle classi popolari, come quella minima (pur accedendo alla logica delle diminuzione delle imposte dirette) di congelare le contribuzioni dei redditi che oggi vengono premiati a vantaggio di un sensibile aumento di quelli inferiori. Se così non è, è solo una mascheratura della difesa degli interessi di chi già sta bene.

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