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SANITA' UMBRA: IL CENTRO DESTRA CROLLA SULL'EMERGENZA E SUL PIANO SANITARIO REGIONALE

12/01/2022 14:54

Carlo Romagnoli

Sanità,

SANITA' UMBRA: IL CENTRO DESTRA CROLLA SULL'EMERGENZA E SUL PIANO SANITARIO REGIONALE

Sul degrado della situazione epidemiologica e sanitaria in Italia e Umbria e sulle gravi carenze della bozza di Piano Sanitario Regionale della Giunta di destra

Sul degrado della situazione epidemiologica e sanitaria in Italia e Umbria e sulle gravi carenze della bozza di Piano Sanitario Regionale della Giunta di destra.

 

# Un gruppo di estremisti neoliberisti, dotati di uomini armati (NATO), prigioni e potenti mezzi di comunicazione impone negli stati occidentali, Italia compresa, processi di accumulazione del capitale che aumentano la disuguaglianza, distruggono clima e ambiente e favoriscono la diffusione della pandemia.

 Nel condannare complessivamente tali pratiche il Comitato Politico Regionale del PCI dell’Umbria esprime il proprio sconcerto e la propria preoccupazione per il degrado della situazione epidemiologica e sanitaria rilevando che:

- i Paesi occidentali hanno i tassi di mortalità per Covid di gran lunga più alti del mondo in base ai dati OMS;

- l’Italia secondo una recente inchiesta dell’Economist tra i grandi stati UE è in testa per eccesso di mortalità quando si considerino i morti in eccesso rispetto alla media dei cinque anni precedenti lo scoppio dell’epidemia, ogni 100.000 abitanti;

- in Umbria, come nel resto d’Italia, la pandemia dilaga, i cittadini hanno paura, il tracciamento è saltato per l’ennesima volta, curarsi per altre patologie è sempre più difficile se non si ricorre al privato, mentre diagnostica e specialistica sono due settori assistenziali sostanzialmente privatizzati.

 

## Il CPR rileva che l’enorme costo in termini di vite perdute, malattie evitabili e danni economici, relazionali e psicologici  inflitti alla popolazione italiana abbia la sua base materiale nella scelta del grande capitale di affrontare la pandemia Covid tenendo aperta la produzione delle fabbriche con il che si è ottenuto di facilitare la diffusione del virus, aprendo un biennio di misure parziali che hanno arrecato danni enormi a tutta la società,  rispetto alle strategia Covid 0 messa in atto con brillante efficacia nella Repubblica Popolare Cinese  e in altri paesi sulla scorta dei successi ottenuti con la stessa strategia nelle precedenti epidemie di SARS e MERS.

 L’accanimento di USA e UE nel difendere la proprietà intellettuale dei vaccini ha contribuito alla diffusione mondiale del virus, ha favorito la comparsa di nuove varianti e chiuso al contempo le finestre temporali per la sua eliminazione, mentre oggi stiamo tutte e tutti vivendo gli effetti della difficoltà di controllare l’epidemia puntando solo su strumenti di prevenzione individuale (i pur necessari vaccini e le pur necessarie mascherine) che oltre a  trasferire rischi e danni sui singoli individui non sono evidentemente in grado di ottenerne il controllo dato che siamo, a gennaio 2022 in una situazione epidemiologica che, parafrasando Bauman, possiamo definire “liquida”: nessuno è in grado di costruire uno scenario affidabile su quello che potrebbe accadere nel breve periodo, mentre siamo ridotti ad incrociare le dita sperando che il virus si attenui per conto suo e non compaiano nuove varianti patogene.

 

### In questa situazione il CPR del Pci trova sconcertante quanto emerge dalla lettura della Rev 01 della bozza di Piano Sanitario Regionale, un testo di 84 pagine in cui dichiarazioni di principio politicamente corrette danno luogo a proposte di governance sostanzialmente tecnocratiche ed accentratrici che rafforzano ulteriormente rispetto a quanto già fatto dal centro sinistra la gestione proprietaria del nostro Servizio Sanitario Regionale in quanto:

- mentre si legge ovunque nel testo che si vuole mettere al centro il cittadino e la comunità, nessuno spazio di partecipazione reale viene aperto ai cittadini, né nella prevenzione ambientale né nell’assistenza territoriale e tanto meno nelle cosiddette “case della comunità”;

- l’approccio proposto per la governance dei progetti è rigidamente verticale, da azienda privata, per nulla appropriato in una organizzazione professionale come la sanità;

- la riduzione dei distretti da 12 a 5 oltre a penalizzare la maggior parte dei territori, dei sindaci, delle comunità e degli operatori socio sanitari attivi nei servizi territoriali dell’Umbria apre una forte conflittualità in un settore che pure si dichiara di voler fortemente implementare, andando a sollevare un vespaio in un settore che invece va valorizzato e rafforzato, mentre l’interfaccia con le zone sociali viene inutilmente complicata e settori decisivi quali la salute mentale, vengono ignorati nel testo proposto;

- nessun obiettivo chiaro viene espresso per l’assistenza ospedaliera e per le reti di patologia: se qualcuno pensa di cavarsela con questa specie di assegno in bianco alla Giunta regionale potrebbe peccare di ingenuità perché difficilmente il Consiglio regionale approverà un piano privo delle necessarie garanzie sui livelli assistenziali usufruibili in ciascun territorio. Certo comporre il puzzle di cosa fanno e con quali dotazioni di posti letto e personale le diverse parti della rete ospedaliera è il compito più difficile di un atto di programmazione sanitaria, eppure bisogna arrivare ad avere con idee e proposte chiare prima di arrivare in Consiglio Regionale, ma nella Rev 01 le Aziende ospedaliere universitarie sono appena citate il che fa di questa sezione certamente la più carente non solo sul piano tecnico, ma soprattutto su quello politico perché evidenzia la difficoltà e la distanza che separa la attuale Giunta dal produrre governance nelle scelte che contano;

- la sezione sulla prevenzione propone in teoria il modello One Health e ci parla di “salute in tutte le politiche” ma nella realtà gli esposti involontari in Umbria assistono sconcertati alle improvvide iniziative dell’Assessore Morrone che approva un Piano Regionale di Qualità dell’Aria in cui si inventa che a Terni l’inquinamento è dato dalla legna dei caminetti, dimenticando che li vi è un Sito di Interesse Nazionale in cui lo studio SENTIERI 5 ha evidenziato eccessi di mortalità e morbosità per molte patologie, mentre addirittura a Gubbio gli areali di ricaduta dei due cementifici tanto bene vanno in due direzioni opposte per cui la Autorizzazione Integrata Ambientale non serve per bruciare 100.000 tonnellate all’anno di CSS. Dove erano l’Assessore Coletto e la Direzione Regionale Salute e Sanità mentre si prendevano queste decisioni? Se è questa “la salute in tutte le politiche” di cui parla la REV 01 allora stiamo freschi!!

- la sezione sulla Ricerca sanitaria contiene il secco proposito di attivare un IRCSS e qui ci si chiede: la soluzione IRCSS quale problema di salute e conoscenza prioritario per l’Umbria vorrebbe risolvere?

- la brillante sezione dedicata all’ecosistema di servizi di sanità digitale - questa sì, di pregio - speriamo consenta di avere ragione in tempi utili del “data lake” dei casi di Covid in cui è attualmente impantanata la nostra Regione e consenta di dare dignità al tracciamento degli stessi.

- infine la valutazione: scolasticamente ci vengono ricordate le tre fasi in cui si articola, ma il Libro Bianco dice molto poco sui problemi e le priorità da cui si parte il che annebbia la valutazione iniziale, la REV 01 dice altrettanto poco sugli obiettivi di piano come abbiano cercato di evidenziare, privando dei necessari oggetti e processi da monitorare la valutazione intermedia, con il che la valutazione finale potrebbe diventare un atto di fede.

 

#### Sulla base di quanto precede il CRP del PCI:

- valuta opportuna una profonda rivisitazione della proposta di Piano perché disomogenea, indefinita, superficiale, disorganica e quindi incapace di garantire all’Umbria un efficace, efficiente ed appropriato governo della Sanità, soprattutto in questo periodo in cui la situazione epidemiologica è “liquida” e le risorse per il periodo 2021 (sic) 2025, alla luce del DPEF approvato dal Governo Draghi diminuiranno e vanno quindi garantite.

- invita i cittadini, gli esposti involontari, quanti hanno bisogno di assistenza socio sanitaria efficace, le forze sindacali, le associazioni e le forze politiche di sinistra a sviluppare una forte opposizione all’incapace e disastrosa gestione neoliberista di salute e sanità del Governo Draghi e della Giunta Tesei.

 

 Umbria 10 gennaio 2022.

 

 Comitato Politico Regionale del PCI dell’Umbria

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