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Riflessioni incontro promosso da ANCI Umbria a Perugia venerdì 16 settembre

18/09/2022 14:48

Carlo Romagnoli

Politica,

Riflessioni incontro promosso da ANCI Umbria a Perugia venerdì 16 settembre

Il futuro incerto dei comuni umbri di fronte alla deterritorializzazione neoliberista.

Il futuro incerto dei comuni umbri di fronte alla deterritorializzazione

neoliberista.

L’incontro promosso da ANCI Umbria presso la Sala dei Notari a Perugia per venerdi 16

settembre ed a cui siamo stati invitati come PCI mirava ad ottenere l’impegno dei candidati

di tutte le forze politiche sui seguenti punti:

“1) Instaurare con ANCI Umbria un dialogo continuo e costante, prevedendo incontri

semestrali per affrontare anche le nuove problematiche che emergeranno;

2) Impegnarsi ad affrontare il tema legato al caro energia per cittadini, imprese e

amministrazioni comunali;

3) Impegnarsi ad affrontare il problema legato alla chiusura di sportelli bancari e alla

riduzione di orario degli uffici postali;

4) Impegnarsi a portare sui tavoli nazionali le istanze legate alla carenza dei Medici di

Medicina Generale, problematiche che riguardano soprattutto le aree interne rimaste

completamente sprovviste;

5) Impegnarsi a sostenere i comuni per la gestione e mantenimento dei minori e minori

non accompagnati; per la gestione quotidiana dei servizi imprescindibili per le famiglie, fra

cui, servizi sociali, case famiglia ed asili nido…;

6) Particolare attenzione al percorso del PNRR sollecitando lo stanziamento di nuove

risorse per la fase delicata di “messa a terra” dei progetti, considerando che la maggior

parte dei comuni potrebbe non avere a disposizione il personale e le competenze

necessarie per un continuo e costante supporto all’implementazione, monitoraggio e

rendicontazione dei progetti;

7) Impegnarsi a sostenere l’esigenza di stanziamento di maggiori risorse per gli interventi

antisismici e di efficientamento energetico in tema di edilizia scolastica;

8) Impegnarsi a sollecitare gli organismi competenti per gli adeguamenti prezzo dei mutui

BEI non ancora contemplati ed autorizzati.”

L’analisi di contenuto dei suddetti punti fa emergere il condivisibile sconcerto che domina

negli amministratori comunali per gli effetti di decenni di tagli al welfare e di politiche di

deterritorializzazione di funzioni amministrative e centralizzazione ed esternalizzazione di

processi decisionali, che hanno modificato negativamente la capacità amministrativa dei

comuni ( in particolare i piccoli comuni, che in Umbria sono la stragrande maggioranza) e

la qualità della vita dei cittadini portando ad una ulteriore spopolamento dei relativi territori.

Nei tre (3) minuti che sono stati concessi a ciascuna forza politica per esprimere il proprio

punto di vista sui problemi evidenziati mi è stato possibile fare riferimento:

1) al fatto che se i sintomi rilevati sono condivisibili, manca però qualsiasi indicazione sulla

causa che li ha determinati, il neoliberismo, un termine che per tutti i presenti esclusa

Unione popolare, risulta indigesto perché tutti i partiti presenti sono, con lievi e

insostanziali sfumature, sostanzialmente neoliberisti e quindi nella sostanza disponibili ad

ampliare ulteriormente la gravità dei danni inferti ai territori.

2) al fatto che i problemi denunciati sono il portato delle politiche neoliberiste del passato e

potrebbero aggravarsi molto per le politiche neoliberiste del presente, dato che il Governo

Draghi sta perfezionando la privatizzazione dei servizi essenziali ( su tutti ricordo la

privatizzazione ulteriore dei servizi idrici….) consegnando alle multiutility le dimensioni

territoriali necessarie per ottimizzarne i profitti il che non fa prevedere nulla di buono;

 

3) alle difficoltà che si avranno nel prossimo futuro nel programmare le funzioni ancora

attribuite ai comuni dato che la situazione caotica determinata dai molteplici e sincroni

fallimenti di mercato (disuguaglianza, precarietà, ingiustizia ambientale, crisi climatica,

guerra imperialista, inflazione da profitti, crisi degli approvigionamenti energetici ed

alimentari, e, possibile nuova ondata epidemica invernale del Covid…) impedisce di

costruire scenari affidabili e quindi di programmare alcunché, dato che costi e risorse

avranno andamenti non prefigurabili né alla famiglie, né alle imprese né alle pubbliche

amministrazioni;

4) in questa situazione il PCI auspica politiche che rimettano al centro i territori con i loro

beni comuni, con i loro patrimoni ambientali, paesaggistici, artistici, con servizi territoriali

accessibili e di qualità, con la “coscienza di luogo” delle molte cittadine e cittadini che già

oggi si battono contro impianti inquinanti e molesti che degradano irreversibilmente i luoghi

e ne deturpano il valore coinvolgendo i lavoratori nella riprogettazione di attività produttive

adatte alle specificità territoriali e soprattutto sostenibili ambientalmente.

In conclusione l’ANCI ha avuto il merito di porre questioni importanti che sono indicative

della profonda crisi che i territori attraversano per effetto del neoliberismo, senza avere la

forza di indicarne le cause e quindi trovare soluzioni; noi del PCI abbiamo fornito una

ipotesi interpretativa che ha segnato la discussione e che speriamo di poter sviluppare

quando saranno attivati i tavoli di confronto semestrale con le forze politiche.

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