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Bandecchi vince a Terni, il neoliberismo consuma le forze politiche, il turno della destra.

01/06/2023 14:11

Carlo Romagnoli

Politica,

@ Con la affermazione di Stefano Bandecchi alle elezioni comunali a Terni, si consuma un ulteriore passaggio della crisi della politica nella dittatur

@ Con la affermazione di Stefano Bandecchi alle elezioni comunali a Terni, si consuma un ulteriore passaggio della crisi della politica nella dittatura economica neoliberista.
Per crisi della politica nella dittatura economica neoliberista va intesa la impossibilità di cambiarne/ attenuarne gli effetti sulla formazione economico sociale:
- questa crisi è iniziata nel secolo scorso con il blocco del progetto del PCI di “Riforma
dello Stato” (c’era il “Fattore K”)…
-... la scelta di sciogliere il PCI per permettere alla sua classe politica di entrare nel
governo produsse a sua volta una rapida serie di prodotti di decadimento (PDS, DS, PD)
per effetto della cooptazione integrante di tale classe politica…..
- …. che si tradusse in temporanei miglioramenti della posizione dei singoli cooptati e in
sostanziali peggioramenti della vita degli sfruttati, venduti per un piatto di lenticchie da una
cricca di rinnegati ( Ochetto, Dalema, Veltroni).
- A questa deriva nel ventennio 1990 2010 non si è sottratta Rifondazione comunista né il
PdCI, naufragati anch’essi sugli scogli della cooptazione riformista con benefici marginali
per alcuni e grandi passi indietro per tutti.
@ La svendita della classe ha dato luogo alla sua scomposizione politica permettendo alla dittatura economica neoliberista di iniziare ad attaccare le rendite di posizione della classe media, dando luogo così a reattivi movimenti politici ( Lega, M5S) della classe media disagiata mentre venivano imposti al Paese per effetto della crisi finanziaria del 2008 una serie di controriforme strutturali che pure avevano l’effetto di consumare i leader delle forze politiche “di centro” (Prodi, Renzi, Letta) chiamati ad imporle ed applicarle.
Il tentativo dei governi “populisti” gialloverdi di cambiare le regole del gioco con il lancio del reddito di cittadinanza e quota 100 e di ragionare sulla possibilità di recuperare sovranità ( cioè negoziare migliori condizioni all’interno della dittatura economica neoliberista) sono state regolate dalla Presidenza della Repubblica italiana che ha imposto, del tutto incostituzionalmente, obbedienza assoluta e allineamento a neoliberismo e Nato, cacciando via Conte e inserendo Draghi al Governo, quale
incontestabile rappresentante autentico della dittatura economica neoliberista, denotando che il consumo di soggetti politici credibili è arrivato a raschiare il fondo del barile.
Draghi è durato poco più di un anno, imponendo in questo breve periodo altre brucianti controriforme, rafforzando i vincoli dello sfruttamento neoliberista ( PNRR) e soffocando la sovranità nazionale con la cessione della politica estera alla Nato e quindi alle elites anglosassoni.
@ Si è arrivati così, grazie alle alte “grida” lanciate da una posizione di verbale opposizione politica al governo Draghi, al governo della “destra” guidato dalla Meloni che ha fatto rapodamente marcia indietro e abbracciato neoliberismo autoritario e servaggio nei confronti degli occupanti USA fino ad occupare i primi posti nell’appoggio ai nazisti
ucraini, mentre la dittatura economica neoliberista tartassa i proletari e consuma vistosamente le rendite di posizione della classe media disagiata.
Accade così che ora siano le forze che hanno rappresentato la classe media a sfaldarsi con la velocità di una meteora, il caso della Lega è esemplare, a Terni passa dal 35% al 4,5%, anche Fratelli d’Italia perde, vedendo sconfitto il proprio candidato da un paracadutista di Livorno iperneoliberista e imputato in malaffari che vince a mani basse facendo leva su rilancio della squadra di calcio locale e soprattutto sulla delusione per l’inefficacia della destra nel contrastare la scomposizione della classe media.
Si produce così un ulteriore avvitamento della nostra formazione economico sociale, con il lugubre affidarsi a figure “carismatiche”, singole personalità libere da qualsiasi progettualità propria di un partito politico, figure ibride che mixano aspetti di Mussolini, Berlusconi, Trump ma sempre ligie ai dettami della dittatura economica neoliberista.
@ Pertanto:
- il laboratorio umbro, pienamente collocati nell’attualità, è in pool position nel battere la
strada peggiore;
- lo sfaldamento delle forze populiste libera enormi quantità di cittadini delusi dalle loro
performance politiche, con segnali di cedimento anche di Fratelli d’Italia;
- il riformismo (prima di sinistra, poi di centro, poi populista, poi di destra) non ha alcuno
spazio per effetto dei vincoli posti dalla governamentalità neoliberista: non c’è alcuna
governance possibile.
- le residue forze comuniste presenti sul territorio devono elaborare un programma politico
all’altezza del presente.
Carlo Romagnoli

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