Chiedo scusa al mio vecchio amico Claudio Grassi (col quale voglio mantenere un rapporto di fraterna stima e amicizia al di là di ogni dissenso politico) se torno a polemizzare con Si, il partito di cui è dirigente. Ieri, per la verità come faccio raramente, sono entrato nel sito di Si e, appena ho visto che uno dei dibattiti di punta del programma della loro Festa, è una discussione tra Fratoianni e Letta, sul tema: "è possibile l'alleanza progressista?", ho subito richiuso la pagina e il sito dicendo tra me e me che non avevo tempo da perdere. E' vero sono diventato intollerante, ma non sono estremista, sono realista. Il Pd è un partito liberale, saldamente ancorato ai dogmi del liberismo economico (che ha ampiamente applicato quasi più che la destra), che si propone come l'interlocutore più affidabile per Confindustria e il mondo della finanza (questo è il nostro governo, dice di Draghi), continua a coltivare la prospettiva di una democrazia presidenzialista o "semplificata"; ambisce e si vanta di essere nel nostro Paese l'architrave della politica euroatlantista e il più fedele alleato (cioè servitore) della nuova guerrafondaia amministrazione americana. Che alleanza progressista si può fare col Pd?! Letta, naturalmente, dirà di si, ma lui pensa ad un’altra cosa; ad una compagine allargata, oltre ai 5S, a Renzi, Calenda, Toti, gli ex responsabili, anche Forza Italia se ci stesse. Come può pensare una forza politica, per non dire inesistente dico dell'1,5%, a condizionare l'impianto di questa aggregazione centrista? Ci provammo noi col primo centrosinistra di Prodi con una Rifondazione che aveva un peso politico e una alta percentuale elettorale e la cosa già fu difficile! Mi aspetto l'obiezione: a sinistra del Pd non c'è niente. Non è vero, ma proprio no e, in ogni caso lo fosse, piuttosto che alla politica attiva ci si può dedicare a scrivere, riflettere, resistere perché c'è sempre un domani.