Ho deciso, anche sulla base di un garbato e gradito sollecito dei compagni, di iscrivermi al Pci e di partecipare al Congresso. L'ho fatto perché credo che il comunismo abbia un futuro anche in Italia ed in Europa, oltre che a godere di un florido presente in tanta parte del mondo. Lo faccio perché non ho mai deposto la grande idea del superamento del capitalismo e dell'instaurazione di un sistema di pace e di giustizia sociale, cosa la quale è una necessità più che un anelito, se si vuol salvare il mondo dalla catastrofe. Credo che il marxismo e le migliori pagine e tradizioni del Partito Comunista Italiano di Gramsci e Togliatti e della sua derivazione leninista, commisurati alla realtà, siano strumenti ancora validi per fare fronte all'immane compito che ci proponiamo. Devo aggiungere, per onestà a chiarezza a costo di essere presuntuoso, di concepire la mia adesione non definitiva e commisurata all'avvio, in tempi urgenti, di un processo di ricomposizione e riunificazione dei comunisti, nell'ambito della costruzione di una nuova sinistra che colmi il drammatico vuoto che è aperto in Italia. L'idea di aggiungere anche la mia firma alla pletora di partiti, partitini e movimenti, movimentini in concorrenza e spesso in rissa tra loro, non mi stimola per niente.
Spero che dal nostro Congresso vengano due messaggi. Il primo è quello della riaggregazione di cui ho detto sopra. Il secondo è quello della proposta di una Costituente umbra di tutte le forze a sinistra del Pd per costruire una alternativa politica, non solo e non tanto elettorale, alla destra, naturalmente, ma anche al Pd e al suo sedicente centro sinistra a campo più o meno largo. Spero di essere ascoltato da tutti. Nella mia vita politica ho combattuto molte battaglie. Alcune ne ho vinte, altre ne ho perse. Se vincessi questa (insieme a tanti altri naturalmente, perché uno da solo non fa niente) sarei l'uomo più felice del mondo. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà.