Leggo alcuni compagni i quali sostengono che, quando c'è la guerra, sono sempre i poveri a rimetterci e citano, al proposito, frasi conosciute, massime note o poesie di artisti, intellettuali, grandi personalità del comunismo e della sinistra italiana e mondiale. Vorrei avvertire questi compagni che i nostri "padri", che citano, si riferivano alle guerre imperialiste e di dominio. Le rivoluzioni, che pure sono guerre, le lotte di liberazione nazionale, che anch'esse sono guerre, la parte della Seconda Guerra Mondiale, che ci liberò dal nazismo, furono e sono vantaggiose per i popoli. Io rifiuto una concezione "astratta", da filosofia idealista, della pace. La pace non è una categoria dello spirito e nemmeno un obbligo morale. Questo lo è per i preti, ma noi, che non siamo preti, concepiamo la pace come il prodotto di una condizione materiale e politica in grado di consentire la convivenza o quantomeno la reciproca tolleranza tra persone,. gruppi, classi, popoli diversi. Guerra e profitto fanno rima e la eliminazione del secondo corrisponde, di norma, alla instaurazione della prima.
In base a questa mia concezione io non andrò alla manifestazione pacifista di domani, lunedi a Perugia, indetta da un gruppo numeroso di organizzazioni, che pure mi sono familiari, la gran parte delle quali fiancheggiatrici del Pd. Volete sapere perchè? Se vi interessa ve lo dico subito. Perchè sarà una copertura a sinistra del Partito Democratico che è in Italia il partito più filoamericano, filo Nato e, nella pratica oggi, più interventista e guerrafondaio che c'è. Più del centro destra. Io non credo nella ricerca di una pace che scarica tutte le responsabilità sulla Russia, che non chiama in causa la Nato, l'imperialismo e l'espansionismo americano, che non chiede l'uscita del nostro Paese dall'Alleanza atlantica e il suo scioglimento. Putin è un despota liberale, la Russia è un Paese a capitalismo monopolistico di Stato in cui l'unica vera opposizione di massa è il Partito Comunista (altro che quel nazista delinquente comune di Navalny!). Siamo di fronte, in Ucraina, ad una contraddizione tra l'imperialismo americano ed europeo e il nazionalismo grande russo putiniano. Scelgo, come hanno fatto i compagni russi, il male minore. E allora non imbraccio la bandiera ucraina, non solidarizzo con un governo nazionalista e corrotto, non mi commuovo e non piango se muoiono un pò di quei nazisti eredi dei collaborazionisti hitlieriani che combatterono contro il loro Paese. La soluzione lì non va trovata allargando il conflitto con altre forniture militari, come vuole quel prete spretato di Letta, ma chiedendo il ritiro alla Russia, negoziando con essa una Ucraina neutrale.
Stamattina sono andato e sono intervenuto alla manifestazione del Pc su loro invito. Ho fatto bene perchè lì, almeno, si è sentita una campana diversa