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POVERA ITA(LIA)

08/09/2022 12:16

Leonardo Caponi

Politica,

POVERA ITA(LIA)

Dunque un governo in carica per il disbrigo degli affari correnti decide la vendita e la assegnazione di un altro pezzetto di storia e patrimonio nazionale..

Dunque un governo in carica per il disbrigo degli affari correnti decide la vendita e la assegnazione di un altro pezzetto di storia e patrimonio nazionale (o quel che ne hanno fatto rimanere), la ex Alitalia, oggi Ita, e lo fa in modo niente affatto trasparente e lineare, limitandosi a comunicare le linee generali dell'operazione senza rendere noti dettagli decisivi. Un atto incostituzionale oltre che di scarsa "eleganza" istituzionale, che carica su un governo sfiduciato e dimissionario una decisione di grande importanza per il futuro del nostro Paese. Ita viene venduta a Certares, che è un gruppo turistico e finanziario con nessuna esperienza nel campo dei vettori del trasporto aereo. Al nome di Certares viene affiancato quello di Delta e Air France Klm ma poi si scopre che le due compagnie aree entreranno in seguito come alleati della stessa Certares. Anche l'alternativa faceva capo ad un gruppo turistico marittimo come MSC, che però si presentava già alleato con Lufthansa. Come detto i motivi della scelta sono ignoti e possono dare luogo a qualsiasi congettura, comprese quelle meno nobili. L'ingresso di agenzie di viaggio in grande stile e speculatrici di borsa, contestualmente all'arretramento delle compagnie aeree, la dice lunga sul declino, anche in quel campo, della parte industriale a vantaggio di quella finanziaria e del relativo selvaggio aumento dei costi a carico dei passeggeri.

Altalia è una vittima del liberismo economico. Come tante altre grandi imprese del nostro Paese. Negli ultimi decenni la ex compagnia di bandiera ha pagato la pervicace e inesausta volontà dei governi di non risanarne e rilanciare la propria gestione, ma di risanare la compagnia a spese pubbliche (enormi) per darla poi in mano ai privati, in nome dei vincoli europei (che sembrano valere solo per l'Italia) e della fanatica e fasulla ideologia del meno stato più mercato. Il prodotto di questa ideologia è l'ITA di oggi, una compagnia che ha perso più di 10mila dipendenti, ridotto di due terzi il parco di aviogetti, diventata una piccola low coast che sarà inglobata in grandi gruppi e chissà che fine farà. Mi tornano in mente i cinegiornali nei cinema degli anni '60/'70 (la Settimana Incom, la ricordate?) che rappresentavano un aereo con la livrea Alitalia al decollo. Era il simbolo dell'Italia che cresceva. Come Ita di oggi è il simbolo dell'Italia che declina.

 

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